Apprendere ad usare la tecnica del Problem Solving Strategico

  • Dott.ssa Daniela Benvenuti

Un’abilità che si può brillantemente apprendere come qualsiasi altra abilità, (ad es. aumentare l’autostima, la comunicazione, l’assertività, l’espressione delle emozioni) è la tecnica del Problem Solving, tecnica strutturata di risoluzione problemica che risulta molto utile nell’affrontare gli inevitabili scogli dovuti alla necessità di prendere una decisone mirata in alcuni momenti della ns vita.

Lo studio della soluzione di problemi è un campo di ricerca originariamente creato dalla psicologia del pensiero, una branca della psicologia sperimentale che si occupa dello studio fenomenologico delle diverse modalità ideative (immaginazione, ragionamento), al fine di isolare i fattori psicologici che le determinano. Di fronte a situazioni complesse non abbiamo bisogno di semplificare banalmente, ma di tecniche che ci permettono di ridurre la complessità a qualcosa di gestibile. Molte scuole di pensiero hanno elaborato tecniche strutturate di Problem Solving, quella che secondo me è la più azzeccata è la Tecnica del Problem Solving Strategico in 7 Passi elaborata da Giorgio Nardone.

1 – Definire del problema

Il più delle volte, definire il problema viene ritenuto un passaggio ovvio, superfluo, ma non c’è niente di più fuorviante. Bisogna al contrario parlare del problema, sviscerarlo, anche se ci sembra di perdere tempo. Quanto più tempo spendiamo per definire il problema, tanto più ne risparmieremo dopo per trovare la soluzione. Tutti noi abbiamo la tendenza a voler cercare nella realtà ciò che conferma le nostre idee, desideri, convinzioni e sensazioni. La vera maestria sta nel cercare di guardare il problema da più angolazioni e prospettive.

In questo caso aiuta immaginare come potrebbero percepire e valutare il problema altre persone. Ulisse si fece legare all’albero maestro della sua nave per non cadere inevitabilmente in trappola a causa del richiamo delle sirene: noi dovremmo comportarci similmente e far sì che la mente non ricada in autoinganni.

2 – Concordare l’obiettivo

Dopo aver chiarito, con noi stessi o con gli altri, qual è il problema, è giunto il momento di descrivere quali sarebbero i cambiamenti concreti che, una volta realizzati, farebbero affermare con certezza che esso è stato risolto. È un passo importante per figurarsi quali sono i cambiamenti necessari per realizzare lo scopo desiderato. La resistenza al cambiamento, conscia o inconscia che sia, è prerogativa umana: ecco perché la costruzione mentale dei propri desideri rappresenta una tappa fondamentale del Problem Solving Strategico.

3 – Valutare le tentate soluzioni

La terza fase consiste nell’individuazione e nella valutazione di tutti i tentativi fallimentari che abbiamo messo in tavola per cercare di risolvere quel problema. La soluzione passa da qui: attraverso quei tentativi che non hanno avuto successo. Ad esempio, una persona che ha la fobia di parlare in pubblico cerca, solitamente, di evitare quella situazione. Questo rappresenta un tentativo fallimentare, che alimenta la stessa paura: evitare la situazione temuta ci fa sentire “in salvo” ma, allo stesso tempo, non farà altro che confermarci la nostra incapacità personale di affrontare quella cosa (parlare in pubblico) fino a trasformarla in panico vero e proprio.

Porre l’attenzione sui tentativi fallimentari che abbiamo messo in atto ci solleva dalla trappola, tutta umana, di sforzarci continuamente a trovare soluzioni, ancor prima di aver indagato su ciò che nonfunzionaQuesta terza fase serve per predisporre la nostra mente e a cercare possibili soluzioni alternative. Nei gruppi è molto utile la pratica del Brainstorming (= tempesta di idee), cioè si enumerano a ruota libera tutte le soluzioni che ci vengono in mente, anche le più fantasiose e paradossali, che in seguito verranno vagliate in modo critico.

4 – La tecnica del come peggiorare

Occorre ora porre a se stessi una semplice domanda: “Se volessi far peggiorare ulteriormente la situazione invece  di migliorarla, come potrei fare?” A questo punto bisogna immaginarsi per bene e nel dettaglio tutte le  possibili modalità . La tecnica del come peggiorare riesce a diffondere una vera e propria avversione verso tutte le possibili azioni fallimentari descritte. Si farà strada anche il sentimento di consapevolezza che le tentate soluzioni hanno mantenuto vivo il problema finora e ciò contribuirà alla crescita di una forte leva motivazionale propulsiva.

5 – La tecnica dello scenario oltre il problema

La quinta fase consiste nell’immaginare, in modo dettagliato,  gli scenari che si presenterebbero al di là del problema. In altre parole, dobbiamo figurarci mentalmente quali sarebbero tutte le caratteristiche della situazione ideale risolta, liberando la nostra immaginazione. Ci permetterà, in un secondo momento, di individuare quegli aspetti che sono concretamente realizzabili. La tecnica dello scenario oltre il problema ci aiuta anche a capire le possibili controindicazioni indesiderate della realizzazione del nostro progetto e, eventualmente, a gestirle preventivamente

6 – La tecnica dello scalatore, o dei piccoli passi

Ora non resta altro da fare che concentrarci sulla nostra scelta, partendo dal più piccolo, importante, passo. È spesso difficile capire quale sia il primo intervento da realizzare: la tecnica dello scalatore, o dei piccoli passi, ci viene in aiuto in questo sensoLa tecnica consiste nel pensare a come farebbe uno scalatore che vuole raggiungere la vetta di una montagna alta. Lo scalatore, infatti, invece di partire dalla base della montagna, studia il suo percorso iniziando dalla vetta e procedendo a ritroso fino al punto di partenza.  Ciò consente di evitare quei percorsi fuorvianti che potrebbero allontanarci dal nostro obiettivo e, al tempo stesso, di figurarci pian piano di fronte a noi il percorso minimo, concretamente realizzabile.

7 – Aggiustare progressivamente il tiro

Un problema complesso può richiedere più di una soluzione. È molto importante, poi, affrontare un problema alla volta, iniziando da quello più accessibile sul momento. Una volta risolto il primo, è possibile procedere con il secondo e così via, mantenendo però la visione globale sulle possibili interazioni e concatenazioni dei problemiL’intento? Aggiustare progressivamente il tiro, non dimenticandoci mai il nostro ambito desiderio. Dobbiamo essere flessibili e agire in modo dinamico per far fronte a tutti quei cambiamenti, inevitabili, che si presenteranno man mano nel nostro percorso.

Dott.ssa Daniela Benvenuti
Psicologo Padova e Feltre


Psicologo  a Padova e Feltre

Psicologo a Padova e Feltre
Iscrizione Albo n. 7123

Info
© 2021. «powered by Psicologi Italia». È severamente vietata la riproduzione, anche parziale, delle pagine e dei contenuti di questo sito.