Domare i pensieri negativi, killer della mente

  • Dott.ssa Daniela Benvenuti

Molto spesso i pazienti lamentano la presenza di pensieri negativi che si presentano alla mente in maniera incontrollata e disturbante, spesso contro la loro volontà. Proviamo a fare un po’ di chiarezza?

Le modalità di pensiero ripetitivo maggiormente studiati, e che alla lunga provocano ripercussioni sullo stato emotivo e comportamentale, sono il rimuginio e la ruminazione. Essi sottendono disturbi come ansia e depressione.

La ruminazione e il rimuginio sono due tipi di processi mentali che creano nella mente del soggetto un circolo vizioso di pensieri negativi. Questo tipo di pensieri si genera quando il soggetto si sente insicuro, e inizialmente gli permette di avere l’impressione di controllo, di “star riflettendo”sul problema. In genere si lega ad emozioni come ansia, rabbia e depressione, diventando con il tempo sempre più ripetitivo ed incontrollabile, generando una cascata di effetti negativi. Questi pensieri negativi sono caratterizzati da diversi elementi: ripetitività (il pensiero è quasi sempre uguale a sé stesso), negatività (sono pensieri che proiettano verso situazioni negative accadute in passato o che potrebbero accadere), incontrollabilità (Il soggetto non riesce ad interrompere il flusso di pensieri negativi), inibizione dell’ azione (questi pensieri non spingono all’azione e alla risoluzione, ma portano ad altri pensieri), mancanza di concentrazione (è difficile distogliere la mente e focalizzarla su pensieri più positivi o su azioni concrete per cambiare la situazione che li ha generati).

Cos’è il rimuginio mentale

Quando un individuo si trova in situazioni che creano ansia o vengono identificate come pericolose o, più in generale, difficili da gestire, può adottare la strategia di “rimuginare” sulla situazione, cercando di prevenirla.

Questo tipo di atteggiamento, da non confondersi con la normale “preoccupazione”, impedisce al soggetto di trovare strade alternative o di adottare soluzioni concrete. Più viene associata una valenza positiva a questo tipo di comportamento e più sarà difficile eliminare questo tipo di strategia problematica. Quando questo sistema si cronicizza, viene considerato disfunzionale e maladattivo.

Chi rimugina si percepisce debole, indifeso e incapace di gestire le situazioni pericolose che riserva il futuro.

Cos’è la ruminazione mentale

Quando una persona subisce una serie di eventi negativi, può iniziare un processo di ruminazione mentale, che inizialmente sembra essere efficace per controllare gli effetti della tristezza, ma nel tempo questa strategia si rivela fallimentare, andando ad aumentare gli stati d’animo negativi, abbassando l’umore e modificando in maniera negativa la percezione di sè stessi e dell’ambiente circostante.

Questo tipo di pensiero è generalmente rivolto al passato e alla perdita di qualcosa di importante, è quindi legato o anticipa uno stato di depressione. Durante questo processo mentale, l’attenzione è totalmente concentrata sulle proprie sensazioni (negative) e sui propri pensieri, nel tentativo di comprendere e dare un senso alle proprie emozioni. Quando la ruminazione diviene troppo frequente si riscontra in chi la utilizza come strategia di gestione dei pensieri un senso di inadeguatezza, dato dalla mancanza di controllo sul pensiero ed un conseguente abbassamento dell’umore generale.

Disattivare rimuginio e ruminazione mentale

Come per molti processi di pensiero, queste strategie non sono innate, ma vengono apprese dall’individuo, quindi è possibile modificarle come un qualsiasi altro comportamento.

Il metodo migliore e il più veloce per indurre questo cambiamento positivo è quello di essere seguiti da un terapeuta che sia in grado di migliorare lo stato di consapevolezza del soggetto, al fine di identificare i processi negativi, per poi instaurare un graduale cambiamento del flusso di pensieri attraverso l’applicazione di interventi di tipo cognitivo comportamentale.

Anche la Terapia Metacognitiva si è rivelata uno strumento molto utile per affrontare il problema. Difatti agisce aiutando a rivalutare la natura stessa delle preoccupazioni, a prescindere dal loro contenuto e aiutando la persona a capire che tutte le preoccupazioni sono uguali e che la loro comparsa nella mente è solo un evento passeggero.  Di fatti, non significa che un pericolo sia imminente o probabile per il fatto stesso che ci è venuto in mente, per quanto riguarda i disturbi d’ansia, o che eventi negativi successi in passato debbano influire in modo persistente e significativo sugli stati d’animo e sui pensieri presenti, per quanto riguarda i disturbi depressivi.

Le tecniche principali consistono in esercizi cognitivi, con cui il terapeuta aiuta il paziente a riflettere e riconoscere quali possono essere le strategie per regolare le proprie preoccupazioni e pensieri, interrompendo stili di pensieri e credenze non adattive, che tendono a mantenere e intensificare la sofferenza emotiva.

Dott.ssa Daniela Benvenuti
Psicologo Padova e Feltre


Psicologo  a Padova e Feltre

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